fotografo freelance
Storie
ATERNUM
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Gran parte della storia pescarese è ricoperta d’asfalto o inglobata nelle nuove strutture, tanto che gli stessi cittadini non sono consapevoli di quanto antiche le radici di Pescara siano: il boom edilizio degli anni '70 e lo skyline giovanile, dovuto in gran parte ai bombardamenti del 1943, riportano l’immaginario di una città fintamente giovane, “senza memoria”, quando in realtà Pescara ha alle spalle una storia secolare, conosciuta però solo da pochi. Dalla volontà di riportare alla luce la memoria collettiva di Pescara nasce il progetto fotografico itinerante “Aternum”, che collega i siti archeologici più importanti della città in una narrazione che invita a una fruizione attiva dell’ambiente urbano sia con gli occhi di oggi, rappresentati dalle foto prodotte sul campo, sia con le lenti del passato, fornite dal lavoro qui raccolto di professionisti ed esperti che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto.
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Siamo animali sociali e in quanto tali prediligiamo vivere insieme ai nostri simili.
Questo ci fa stare bene, ci tranquillizza, ma al contempo, oggi ci pone davanti ad un paradosso. L’avanzare della pandemia ha imposto a tutti un cambio di rotta tanto improvviso quanto necessario che ha prodotto un forte senso d’insicurezza e d’ansia.
In questo nuovo modo di vivere le relazioni sociali siamo costantemente divisi tra il timore del contagio e la voglia di tornare ad abbracciarci. L’altro viene visto con timore, distorto dietro il velo del sospetto nascosto com’è dai dispositivi di protezione. È chiaro che la pandemia non scomparirà da un giorno all’altro e trovare la giusta distanza ci permetterà di coesistere con gli altri ed il virus stesso.
Nel febbraio 2020 il lockdown imposto dal Governo italiano ha portato alla reclusione domestica di circa 60 milioni di persone. Da un giorno all’altro gli italiani si sono ritrovati confinati nelle mura casalinghe per poter contenere la diffusione di un virus sconosciuto. Con il mondo esterno ristrettosi ai pochi metri attorno alla propria abitazione, lo sguardo è naturalmente portato a riscoprire gli spazi domestici, condivisi per la prima volta con i propri familiari 24/7. Dalla noia e dal bisogno di rassicurazioni nascono nuove abitudini e rinascono vecchie tradizioni, fatte di tensiose attese, ma soprattutto di relazioni, rafforzate e rinvigorite dal contatto umano.